Riporto l'ottima traduzione di Gianfranco Limardo (pubblicata su TuxJournal.net) dell'articolo apparso su LinuxDevice relativo alle tendenze di crescita del settore Linux embedded.
Riporto l'ottima traduzione di Gianfranco Limardo (pubblicata su TuxJournal.net) dell'articolo apparso su LinuxDevice relativo alle tendenze di crescita del settore Linux embedded.
Il mercato dei sistemi embedded è sempre stato molto fiorente per i sistemi GNU/Linux, soprattutto se si analizzano i dati degli ultimi 5 anni. Basti pensare che nel corso del 2006, secondo Venture Development Corp. (VDC), tra servizi, tools e software vario, il pinguino è riuscito a far superare la quota di 100 milioni di dollari di fatturato complessivo.
Le previsioni di mercato riguardo queste soluzioni, alla fine del 2003, stimavano una crescita netta del 10% annuo a discapito delle soluzioni proprietarie. Questo, portava le società a fare a gare per accaparrarsi fette importanti di mercato grazie al pinguino, utilizzando sia soluzioni open sia commerciali: una sorta di sfida nella sfida.
E i fatti davano ragione alle previsioni: la crescita nel settore embedded, dal 2003 al 2005, salì di circa 15 punti percentuale. Nonostante queste cifre, la crescita di GNU/Linux nel settore embedded ha iniziato a rallentare a partire dal 2005, stimando una crescita inferiore al 5% annuo come è stato scoperto dall’annuale “Embedded Software Market Intelligence Program: Linux in the Embedded Systems Market.” della VCD.
Quest’ultima ha stilato una lista di fattori che hanno portato la crescita di GNU/Linux nel settore embedded quali:
- una forte richiesta del mercato;
- l’entrata nel mercato di Wind River;
- l’utilizzo di un sistema operativo open source che è privo di brevetti e di costi di licenza;
- i costi sostenuti nello sviluppo di soluzioni embedded che vantano strumenti per lo sviluppo ed il testing delle applicazioni, anch’essi open source.
Tra i fattori che hanno determinato la frenata alla crescita nel mercato, si riscontrano i fornitori delle soluzioni commerciali dei sistemi GNU/Linux embedded, poiché messi a dura prova da due fattori: i propri clienti e le aziende concorrenti. Sono molti, infatti, gli utenti che preferiscono utilizzare soluzioni proprie oppure quelle del tutto gratuite, fruibili dalla rete (come ad esempio la versione embedded di Debian e uClinux, per citarne due tra le più utilizzate).
In aggiunta, bisogna ricordare l’agguerrita concorrenza sia tra i fornitori commerciali di GNU/Linux che di società del calibro di Microsoft, le quali non ci tengono a perdere terreno in un mercato del valore complessivo di circa cinque miliardi di dollari. LinuxDevices.com, solo un anno fa, aveva previsto che entro il 2010 circa il 60% dell’hardware embedded avrebbe montato come sistema operativo GNU/Linux. Alla luce delle ricerche di VDC, con una crescita stimata di circa il 2-3% annuo, si arriverà a quella percentuale a stento. Il tutto sperando che il mercato non rallenti ancora.
di Gianfranco Limardo – TuxJournal.net